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Di Silverio (Anaao): medici in pensione a 72 anni è un'offesa a tutta la categoria

Sindacato Redazione DottNet | 09/12/2022 17:23

"Una proposta del genere non solo non riduce il ricorso alle cooperative per il lavoro notturno e festivo, a meno che non si pensi ad accompagnarla a un siero della giovinezza, ma produce congelamento delle carriere e delle assunzioni con un danno c

"Una proposta del genere non solo non riduce il ricorso alle cooperative per il lavoro notturno e festivo, a meno che non si pensi ad accompagnarla a un siero della giovinezza, ma produce congelamento delle carriere e delle assunzioni con un danno consistente per le donne e giovani"

La proposta di aumentare, sia pure su base volontaria, l’età pensionabile dei medici ospedalieri e universitari a 72 anni, contenuta in un emendamento della maggioranza parlamentare alla legge di bilancio 2023, rappresenta – secondo Pierino Di Silverio Segretario Nazionale Anaao Assomed - una toppa peggiore del buco per il SSN oltre che un'offesa a tutta categoria e a quelle risorse su cui si dovrebbe investire. "Non solo – spiega Di Silverio - perchè non risponde all’obiettivo dichiarato di sopperire alla cronica carenza di medici, che richiede misure che il Governo conosce ma non vuole applicare, ma anche perchè pone in essere metodologie inconcepibili di reclutamento rappresentando una beffa rispetto al grido di auto che proviene ormai da tempo da tutto il mondo sanitario".

"Viviamo una crisi professionale senza precedenti, abbiamo già l'età media di medici dipendenti più alta in Europa, con il 56% che ha più di 55 anni, usciamo fuori da anni drammatici in cui ritmi e carichi di lavoro sono aumentati a livelli insopportabili e le liste di attesa diventate infinite. Non è accettabile che l'unica risposta del Governo e del Parlamento sia un rattoppo". "Una proposta del genere – prosegue Di Silverio - non solo non riduce il ricorso alle cooperative per il lavoro notturno e festivo, a meno che non si pensi ad accompagnarla a un siero della giovinezza, ma produce congelamento delle carriere e delle assunzioni con un danno consistente per le donne e i giovani, proprio in un momento in cui l’incremento del numero di contratti di formazione specialistica ha aumentato la disponibilità di specialisti".

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"È evidente – avverte - che nei prossimi anni senza una adeguata politica di assunzioni l’Italia rischia un’importante carenza proprio nel pieno di una transizione demografica ed epidemiologica che richiede il rafforzamento dei servizi. Insomma servono assunzioni e incentivi veri per i giovani non provvedimenti estetici per rinvigorire i non più giovani". "Contestiamo la mancanza di investimenti in sanità, l’assenza di programmazione, il chiaro shifting verso un sistema di cure iniquo e privatistico, la destrutturazione della professione e consideriamo questo emendamento uno sberleffo, utile solo a salvare qualche potentato". "Non solo il 15 dicembre l'intersindacale scenderà in piazza a Roma – conclude Di Silverio - ma continueremo a lottare anche uscendo dagli ospedali fino a quando non si comprenderà che il Servizio Sanitario Nazionale è una cosa seria come il diritto alla salute dei cittadini".

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